13 Dicembre, Arancina Day
La nostra Social Reporter Francesca Incao, guida turistica autorizzata della Regione Sicilia, vi porterà alla scoperta di un must dello street food sicliano nel mondo: l’arancina. Una pietanza tipica che sale in cattedra nel giorno di Santa Lucia…scoprite perchè…
Un’arancia d’oro
«Francesca, oltre a tutte le bellezze che ci stai facendo vedere, non ti scordare di farci assaggiare l’arancinO più buono di Palermo!»
Ciao a tutti, mi chiamo Francesca e sono una guida turistica a Palermo! ☺ Ciò che vi ho riportato sopra tra virgolette è tra le frasi più pronunciate dai miei amici turisti durante i tour, alla quale segue nell’immediato la mia raccomandazione «Al banco, chiedete dell’arancinA, a Palermo è fimmina, altrimenti non vi servono!».
Probabilmente il contributo per la prevalenza alla diffusione del genere maschile ci viene dalla filmografia, dal commissario Montalbano.
Se in Sicilia occidentale e a Palermo ricorda la forma dell’arancia, nella zona orientale ricorda la silhouette dell’Etna e, in quanto vulcano, viene coniugato al maschile. Per giungere alle forme italiane, c’è da considerare il passaggio intermedio di arancinu siciliano alla sua traduzione letterale in arancino e quindi arancio, che rimanda più all’albero, ciò percepito come non corretto, comportò il cambio in arancina che rimanda al frutto.
Qualunque sia il suo genere, che noi per appartenenza territoriale e per campanilismo chiameremo arancinA, è tra i vip del cibo di strada, cibo per il quale Palermo occupa la quinta posizione al mondo!
Le origini dell’arancina si fanno risalire agli Arabi che solevano mangiare riso allo zafferano appallottolandolo tra le mani e, inizialmente, non era prevista la salsa di pomodoro, introdotta successivamente.
Per l’involucro fritto ci sono datazioni diverse. La prima si attribuisce a Federico II, il quale ghiotto di questa pietanza, per fare in modo che la palla di riso rimanesse più compatta e omogenea, durante le sue battute di caccia o i suoi lunghi viaggi, la preferiva fritta. La seconda si fa risalire a spedizioni militari in un periodo non ben definito, ma con le stesse motivazioni.
Il 13 Dicembre per Santa Lucia si celebra l’Arancina Day. Secondo la leggenda, il 13 Dicembre 1646 un bastimento carico di grano approdò a Siracusa che stava soffrendo un duro periodo di carestia, per cui i più fedeli attribuirono il miracolo alla santa siracusana. Ben presto la fede verso la santa si diffuse in tutta la regione. I palermitani quel giorno rinunciano a pane e pasta in favore dell’arancina (il riso, inoltre, ricorda la forma degli occhi, di cui la santa è protettrice). Se i must have sono arancine “accarne” e “abburro”, cominciano a farsi spazio le varianti alla norma, al pistacchio e al nero di seppia e quelle dolci, come il ripieno al cioccolato.
Qualunque sia il ripieno, l’importante è che ogni volta che si mangiano, le arancine siano almeno due!
Un po di Francesca…
Salve a tutti, sono Francesca Incao e, dal 2014, sono guida turistica abilitata della Sicilia previo concorso pubblico.
La scelta di questa professione non è affatto casuale, ma, al contrario, fortemente voluta, a partire dalla scelta dalla laurea triennale in Scienze del Turismo Culturale, percorso universitario ad ampio raggio, che ha combinato tante e diverse materie umanistiche, incluse le lingue straniere di cui adoro il suono e la struttura.
Seguendo il filone linguistico, ma aggiungendo materie di carattere storico per completare il cv, ho proseguito con la laurea magistrale in Lingue Moderne per le Relazioni Internazionali. Ho completato con un corso annuale di Esperto in Valorizzazione e Gestione delle Risorse Naturali e Culturali e, con un corso a Roma, di Accompagnatore turistico e Assistente delle Destinazioni Turistiche.
Ciò che adoro del mio lavoro è il ruolo di “interprete” (e non solo linguistico) tra il territorio e il turista, l’essere la “voce narrante” delle città che rappresento.
Alla fine dei tour con i “miei amici turisti”, mi piace chiedere le loro impressioni, le loro percezioni perché ciò mi permette di accogliere anche un punto di vista altro e quindi di crescere attraverso i loro occhi.
Questo lavoro raccoglie in sé tutte le mie inclinazioni, inclusa l’innata predisposizione a stare con gli altri, a socializzare, a offrire la positività della mia natura attraverso il mio sorriso.
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