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Il Castellaccio

Il nostro Social Reporter Simone Faraone, guida turistica autorizzata della Regione Sicilia e docente di storia, vi racconterà tutti i segreti del “Castellaccio” di Monreale; una struttura avvolta da fascino e mistero capace ancora oggi di incuriosire turisti e persone locali. Ed allora…godetevi la lettura e non dimenticate di aggiungerlo come tappa avventurosa nella vostra prossima visita a Monreale!

Il Castello misterioso

Tutti lo vedono ma nessuno lo conosce, la storia del Castello San Benedetto di Monreale.

Sono molti i palermitani e i turisti che incuriositi, si domandano di quella strana struttura che si trova sopra il Monte Caputo a Monreale, a quasi 800 metri d’altezza.

In molti si chiedono cos’è quello che all’apparenza appare come un imponente rudere di un passato ormai dimenticato. Ciò di cui stiamo parlando è quello che i monrealesi e gli abitanti del borgo di San Martino delle Scale chiamano nel dialetto locale “U Castiddazzu”, che corrisponde in lingua italiana al dispregiativo di castello.

Questo nome è certamente legato allo stato di rovina in cui versava il castello intorno all’Ottocento, anni in cui sono iniziati i primi interventi di restauro conservativi ad opera del noto architetto palermitano Giuseppe Patricolo.

Ma qual è la storia del Castello di Monreale? E perché in molti non ne conoscono nemmeno l’esistenza?

La storia del Castello di Monreale, noto anche con il nome di Castellaccio o Castello di San Benedetto, è avvolta dal mistero e dal fascino, per via delle poche informazioni note al suo riguardo, e soprattutto per via della sua particolare posizione dominante e di controllo sulla valle della Conca d’oro. Le poche informazioni, circa le origini dell’imponente fortezza difensiva, si fanno risalire all’epoca normanna, esattamente all’età del giovane Re di Sicilia Guglielmo II detto il Buono.

La storia di Monreale è strettamente legata alla figura del Re Guglielmo il Buono, infatti, la cittadina normanna prende il nome di Mons Regalis, letteralmente la montagna del Re. Fu questo il luogo prescelto dal sovrano per la realizzazione, alla fine del XII secolo, della sua imponente Cattedrale e del suo annesso Monastero benedettino, oggi appartenente alla lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Il castello risale verosimilmente allo stesso periodo di costruzione della Cattedrale, esso appare infatti posto a difesa della stessa, in una posizione dominante non solo della cittadina di Monreale ma anche dei territori circostanti. La realizzazione della fortezza, quindi, è legata più ad una funzione prettamente militare e di guardia piuttosto che residenziale.

Il castello è stato luogo, nel corso dei secoli successivi all’epoca normanna, di diversi eventi bellici legati alle lotte di potere che hanno dilaniato la Sicilia intorno alla seconda metà del XIV secolo, tra la fazione catalana e la fazione latina, capeggiata dai Chiaramonte. Il castello fu preda di numerosi attacchi militari, che causarono numerosi danni all’imponente struttura, danni che portarono al suo progressivo abbandono e decadenza.

La storia del monumento venne risollevata alla fine dell’Ottocento, quando venne venduto dal comune di Monreale al Club Alpino Siciliano, con lo scopo e con l’impegno che quest’ultimo ne risollevasse le sorti attraverso delle opere di restauro e di mantenimento.

I lavori vennero realizzati dall’architetto del Senato Palermitano Giuseppe Patricolo, noto per i restauri e per la riconfigurazione filologica di numerosi monumenti in stile Arabo-Normanno come la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, la Chiesa di San Cataldo e la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio meglio nota come la Martorana.

L’architetto Patricolo ripristinò le parti malmesse, riconfigurando parte del corpo di fabbrica originale e sistemando le torri difensive, con lo scopo di una fruizione culturale del monumento.

Da un punto di vista architettonico, il Castello di Monreale appare in un buono stato di conservazione. Esso si presenta con una pianta rettangolare scandita da sette torri di guardia che si sviluppano lungo il perimetro della struttura. L’edificio si mostra simile ai coevi castelli di Vicari e di Cefalà Diana, sempre nella Provincia di Palermo. Al suo interno sono presenti diversi ambienti utilizzati un tempo dai monaci benedettini, tra cui spiccano i resti di una chiesa e dell’annesso chiostro.

Al Castello vi si accede tramite un sentiero montano che si trova nella strada che collega Monreale a San Martino delle Scale, occorrono circa venti minuti di trekking per raggiungere l’imponente fortezza.

Una volta giunti alla vetta del monte Caputo si rimane letteralmente senza fiato alla vista del Castello e della bellezza del circondario. Dalle torri della fortezza è possibile scorgere il Monastero di San Martino delle Scale e godere dell’incantevole vista del golfo di Palermo dall’alto.

La visita al Castello è consigliata a tutti gli appassionati di storia, della natura e dell’avventura, un perfetto mix che rendono il “Castellaccio di Monreale” una delle mete turistiche più interessanti da non perdere della Provincia di Palermo.

Simone Faraone
Simone FaraoneGuida Turistica Autorizzata e Docente di Storia

Un po di Simone…

Ciao a tutti cari amanti della Sicilia, sono Simone una giovane guida turistica di Palermo.

Amo viaggiare e scoprire il mondo intorno a me, coltivo questa passione sin da quando ero bambino, per questo ho deciso di trasformarla nel mio splendido lavoro. Prima di essere una guida sono anche un turista, per questo conosco bene quali sono le aspettative, le richieste e ciò che un turista si aspetta da un viaggio, da un tour o semplicemente da un luogo.

Ho la fortuna e sono orgoglioso di vivere e lavorare in una delle isole più belle al mondo, la Sicilia, una terra con una storia millenaria, con una cultura e una tradizione che è il frutto dell’incontro dei vari popoli che qui hanno vissuto.

Amo far vivere ai miei turisti un’ esperienza da vero Siciliano, rendendoli protagonisti ed attivi conoscitori di tutti quegli aneddoti, curiosità, storie, segreti e misteri che riguardano questa splendida terra.

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