Il Macco di Fave
L’origine del maccu è da ricercare nell’antichità. Pare sia una ricetta risalente, addirittura, all’epoca greca. E infatti Aristofane, nella commedia “Le rane”, scritta nel 450 a.C. circa, racconta proprio di una pietanza a base di fave schiacciate di cui Ercole si nutriva per acquisire forza. La nostra Monica vi porterà alla scoperta di questo grande classico della nostra gastronomia. Ad aspettarvi troverete anche la ricetta (scaricabile) e tutti i passaggi per riproporla a casa!
Origini e curiosità
Ci fanno compagnia durante il periodo primaverile, ci porteranno direttamente alla stagione estiva: stiamo parlando delle fave! Qui a Monreale, ed in tutta la Sicilia in generale, c’è una forte tradizione dietro a questo legume così prezioso e nutritivo, tanto da poter vantare tre presidi slow food: la fava cottoia di Modica, quella larga di Leonforte e la fava di Ustica. E proprio le fave sono le immancabili protagoniste di uno dei piatti iconici della tradizione contadina siciliana: il famoso macco.
Ma cosa significa esattamente macco?
Il termine probabilmente deriva dal latino maccare, ovvero schiacciare, ridurre in poltiglia; e infatti il macco non è altro che una crema di fave – ottenuta grazie a una cottura prolungata – alle quali viene aggiunta solitamente della verdura o del finocchietto selvatico a seconda della zona in cui ci si trova e a discrezione, ovviamente, del proprio gusto personale.

Il macco è una pietanza da gustare anche fuori dalla stagione tipica delle fave perché viene perlopiù realizzato con quelle secche, quindi reperibili tutto l’anno. Ciò non toglie che possa realizzarsi anche con le fave fresche, quelle verdi per intenderci, preventivamente private della pellicina esterna, il tegumento. È interessante notare che per indicare il macco realizzato con le fave fresche esiste un termine specifico, ossia maccu di faviani.
L’origine del maccu è da ricercare nell’antichità. Pare sia una ricetta risalente, addirittura, all’epoca greca. E infatti Aristofane, nella commedia “Le rane”, scritta nel 450 a.C. circa, racconta proprio di una pietanza a base di fave schiacciate di cui Ercole si nutriva per acquisire forza.
Un piatto che affonda quindi le proprie radici in tempi remoti, ma che secondo la tradizione sarebbe originario di Raffadali, tanto da far guadagnare a questo comune dell’entroterra agrigentino proprio l’appellativo di ‘u paìsi du maccu; a Ramacca, nel catanese, invece è tipico consumarlo per la festa di San Giuseppe.
Un piatto che fa il giro della Sicilia, che ogni provincia personalizza nella propria maniera, ma che imprescindibilmente mette d’accordo tutti sulla sua bontà e sul fatto che sia una delle portate più rappresentative della nostra cultura gastronomica al di fuori dell’isola.
La Ricetta di monrealetour.it

Ingredienti
- 400 g di fave secche
- 1 mazzetto di finocchietto selvatico
- 1 carota media
- 1 scalogno piccolo
- 1 spicchio di aglio in camicia
- 1 foglia di alloro
- Olio EVO q.b.
- Sale q.b.
- Peperoncino q.b.
- Acqua o brodo vegetale q.b.
Preparazione
Adesso che vi siete procurati tutti gli ingredienti vi insegneremo come preparare il macco di fave. Lavate le mani, indossate il grembiule e seguite passo dopo passo la nostra ricetta!
STEP 1
Pulisci i finocchietti, prendi le parti più tenere, tagliali a pezzetti e mettili da parte.

STEP 2
Affetta carota e scalogno, mettili in un tegame insieme a olio, lo spicchio d’aglio in camicia, alloro e soffriggi dolcemente.

STEP 3
Unisci le fave facendole rosolare per qualche minuto.

Successivamente aggiungi l’acqua o del brodo fino a coprirle.

STEP 4
Aggiungi i finocchietti puliti, prosegui la cottura per circa 40 minuti a fuoco basso mescolando di tanto in tanto e aggiungendo dell’altra acqua tiepida se necessita. Aggiungi il sale e del peperoncino.

STEP 5
A fine cottura, per un risultato più omogeneo, frulla con un mixer ad immersione ricordandoti prima di rimuovere l’aglio e la foglia di alloro.

Beh, cosa dire di più se non… buon appetito!
Il Consiglio di Monica
Per un piatto completo, aggiungi dell’acqua al macco e cuoci la pasta all’interno. Attenzione però a dosare bene il liquido!
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Un po di Monica
Sono Monica, appassionata delle mille sfaccettature della mia amata Sicilia! Grazie al mio lavoro in ambito turistico ho avuto la fortuna di apprezzare appieno tradizioni, enogastronomia ed i magnifici luoghi che la mia terra ha da offrire.
Coltivo da sempre l’amore per la cucina e, da poco tempo, ho deciso di pubblicare un blog di cucina. Qual è il segreto delle mie ricette? Sono la moglie di uno chef!
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